Il budget di progetto costituisce uno tra gli elementi fondamentali per l’approvazione di un finanziamento.
Oltre a determinare il fabbisogno finanziario per consentire di realizzare gli obiettivi in esso previsti, il budget di progetto dimostra la capacità previsionale da parte del richiedente di quanto necessario a dar atto alle azioni progettuali.
L’ente finanziatore, dunque, valuterà con attenzione se il budget è correttamente ponderato e sia in grado di prevedere le risorse finanziarie necessarie per permettere di realizzare quanto riportato nella parte descrittiva del progetto.
Per questo motivo, in tutti i progetti finanziati, in particolar modo in quelli finanziati dall’Unione Europea, viene richiesto di declinare il budget sia per categorie di spesa previste (spese di personale, spese di viaggio, spese per servizi, ecc.), sia per componenti e azioni progettuali (organizzazione kick-off meeting, mappature, test, missioni sul campo, organizzazione di un convegno, ecc.).
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In molti progetti finanziati è necessario l’utilizzo di beni strumentali finalizzati alla realizzazione di alcune delle attività del progetto. Si tratta dunque di attrezzature o macchinari il cui impiego è necessario all’implementazione di attività progettuali, che si distinguono da quelle che per propria natura vengono adoperati per attività generiche, non propriamente di progetto, come ad esempio computer, stampanti,
telefoni.
Questi beni strumentali genericamente utilizzati non rappresentano normalmente una spesa eleggibile in quanto il loro costo rientra nella copertura prevista forfettariamente in via percentuale per i costi indiretti. Viceversa, laddove si abbia a che fare con un bene strumentale la cui necessità e dunque il relativo acquisto derivi esclusivamente dallo svolgimento del progetto, il costo potrà essere considerato come eleggibile purché nel rispetto di alcuni dettagli procedurali e contabili che di seguito affronteremo.
Innanzitutto, tali beni strumentali debbono ...
La normativa derivante dal D.Lgs 231/2001 volta a prevenire e dunque a scongiurare i “reati presupposto” previsti dalla stessa normativa in continuo aggiornamento, prevede la definizione e l’adozione di un MOGC – Modello Organizzativo di Gestione e Controllo – caratterizzato da un inquadramento organizzativo e funzionale e soprattutto da protocolli interni volti a regolamentare le procedure ritenute potenzialmente critiche.
Lo scopo è dunque quello di evitare che l’ente, nei casi in cui un dipendente abbia agito illegalmente arrecando un vantaggio allo stesso ente, si veda in sede di giudizio penale condannato all’interdizione nel ricevere qualsiasi forma di contributo o agevolazione pubblica.
Grazie, infatti all’adozione del MOGC e all’attività di vigilanza messa in atto dall’OdV – Organismo di Vigilanza – è possibile per l’ente non incorrere nelle suddette situazioni e dunque evitarne le conseguenze.
Va detto che alcuni dei reati presupposto previsti dalla norma riguardano proprio...
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