La rendicontazione del 5 per mille

Tutti gli enti beneficiari delle quote del 5 per mille sono obbligati a redigere, entro un anno dalla ricezione delle somme, un rendiconto dettagliato, chiaro e trasparente, accompagnato da una relazione illustrativa che ne evidenzi la destinazione e l’utilizzo.

Gli enti che ricevono un importo pari o superiore a 20.000 euro devono trasmettere il rendiconto e la relazione all’amministrazione competente entro 30 giorni dalla scadenza prevista per la redazione del rendiconto, per consentire il controllo. Questi enti devono inoltre pubblicare tali documenti sul proprio sito web entro 30 giorni dalla scadenza del termine di invio, notificandolo all’amministrazione erogatrice entro i successivi 7 giorni. Per gli enti che ricevono meno di 20.000 euro, la pubblicazione è facoltativa.

Il Decreto direttoriale n. 488 del 22 settembre 2021 ha definito le linee guida per la rendicontazione del 5 per mille destinato agli enti del Terzo settore. Il successivo Decreto direttoriale n. 396 del 13 dicembre 2022 ha aggiornato queste linee guida, introducendo una piattaforma informatica per gli enti che ricevono contributi pari o superiori a 20.000 euro, per la compilazione, trasmissione e comunicazione del rendiconto.

Gli Enti del Terzo settore che ricevono meno di 20.000 euro devono utilizzare il modello previsto dalle linee guida. I principi da seguire includono la pertinenza delle spese con le attività statutarie, la redazione secondo il criterio di cassa, e la documentazione di ogni spesa.

ll rendiconto va realizzato rispettando i seguenti principi che decretano l’ammissibilità delle spese:

  • Le spese riportate nel rendiconto devono essere pertinenti alle attività statutarie di interesse generale e coerenti con le finalità dell’ente.
  • Ogni spesa deve essere effettiva, ossia deve essere stata pagata. Il criterio di rendicontazione è quello di cassa, con l’eccezione delle spese inserite nella voce “accantonamento”. Tutte le spese devono essere sostenute entro i 12 mesi successivi alla data di percezione del contributo, con la possibilità di rendicontare anche le spese sostenute a partire dalla data di pubblicazione dell’elenco dei beneficiari da parte dell’Agenzia delle entrate. Sono invece riportabili, in presenza di progetti pluriennali di durata massima triennale, gli accantonamenti il cui utilizzo deve avvenire entro massimo 36 mesi dalla data di accredito del contributo.
  • Le spese devono essere comprovabili e dunque deve essere giustificata da apposita documentazione (es.: fatture, buste paga, ricevute, ecc.). Le stesse spese, inserite nel rendiconto, non possono essere già imputate a giustificazione di altri contributi pubblici o privati.
  • Vi deve essere la tracciabilità di tutte le spese rendicontate e la dimostrazione avviene mediante le contabili bancarie o gli estratti conto. L’uso del contante è ammesso nei limiti previsti dalla normativa vigente.
  • La spesa deve essere registrata nella contabilità dell’ente beneficiario e la documentazione di ogni singola spesa deve essere conservata in originale e ogni documento giustificativo deve riportare la dicitura “spesa pari a € …. sostenuta con contributo 5 per mille - anno …”.
  • Tutte le spese per essere considerate legittime e dunque eleggibili debbono essere conforme alla normativa in materia del 5 per mille.

L’IVA è riconoscibile come spesa solo quando non sia recuperabile.

Il contributo del 5 per mille non può essere utilizzato per spese di pubblicità, per campagne di sensibilizzazione, investimenti finanziari, pagamento di multe e sanzioni, spese senza esborso finanziario, o spese sostenute dopo la cessazione dell’attività istituzionale dell’ente.

Il modello di rendiconto si divide in due parti: una scheda anagrafica e il rendiconto delle spese sostenute. Le spese devono essere dettagliate nelle macrovoci previste e la somma deve corrispondere all’importo percepito. Le prime tre macrovoci rappresentano costi istituzionali di natura gestionale dell’ente: Risorse umane, Spese di funzionamento e Spese per acquisto beni e servizi. La quarta voce riguarda le Spese per attività di interesse generale dell’ente, mentre la quinta Accantonamento consente di accantonare il contributo per progetti pluriennali.

Al modello di rendiconto e all’eventuale modello di rendiconto dell’accantonamento si deve allegare un elenco dei giustificativi di spesa. I giustificativi devono essere conservati in originale per 10 anni ed esibiti su richiesta del Ministero. Non esiste un modello predefinito per la relazione illustrativa, che deve essere redatta su carta intestata dell’organizzazione e firmata dal rappresentante legale. Deve includere una presentazione dell’ente e una descrizione chiara delle attività svolte con le somme ricevute.

Gli enti beneficiari di contributi pari o superiori a 20.000 euro devono redigere e trasmettere il rendiconto e la relazione illustrativa esclusivamente tramite la piattaforma dedicata del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il mancato rispetto delle norme comporta sanzioni amministrative e il possibile recupero delle somme erogate.

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