Come gestire il cofinanziamento

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Finanziamento

In molti progetti finanziati, la percentuale del contributo sulle spese non è al 100% bensì ad una percentuale inferiore che presuppone la non completa copertura dei costi. In questi casi è dunque richiesta una quota di cofinanziamento che può derivare da un autofinanziamento, cioè con risorse proprie, o da un cofinanziamento da parte di un’entità terza.

Mentre per i casi di autofinanziamento non vi sono problemi di alcun tipo in quanto si tratta di risorse proprie del soggetto beneficiario che vengono utilizzate per pagare la parte non coperta delle spese di progetto, nei casi di cofinanziamento possono invece sussistere delle regole e delle limitazioni.

Infatti, quando si ha un cofinanziamento che deriva da una fonte esterna rispetto al beneficiario, è necessario in molti casi che questo venga esplicitato fin dall’inizio, ossia dalla presentazione del budget. Se poi il progetto è finanziato da fondi pubblici, come ad esempio da fondi europei, vige il divieto del doppio finanziamento e pertanto bisognerà dimostrare che il cofinanziamento di progetto sommato al contributo pubblico non superi il 100% dei costi di progetto. Ciò in quanto i contributi pubblici sono finalizzati a dare un aiuto, ma non a procurare un profitto. Pertanto, nel caso in cui le spese di progetto venissero finanziate per più del 100%, il beneficiario ne trarrebbe un utile. In tal caso dunque il contributo pubblico dovrebbe dunque essere ridotto per la parte eccedente la copertura del totale delle spese di progetto.

È dunque fondamentale tenere traccia di tutte le entrate che si riferiscono al progetto anche per quanto riguarda attività commerciali ad esso connesse. Infatti, anche nei casi di introiti che derivino direttamente dallo sfruttamento economico del progetto, anche solo per alcune attività ad esso ascrivibili, sarà necessario dichiarare tali introiti – receives - che verranno sottratti dal contributo spettante sulle spese rendicontate.

Quando ci si appresta dunque a redigere un budget di progetto, in primo luogo andranno considerate le regole che definiscono la percentuale di contributo sulle spese e quanto eventualmente definito per il cofinanziamento. Ad esempio, il LIFE prevede che per i beneficiari pubblici si obbligatorio dimostrare una piccola percentuale (2%) di contribuzione finanziaria con risorse non pubbliche.

In molti casi, quando la percentuale di contributo è bassa, sarà necessario valutare se il soggetto beneficiario sia in grado di far fronte con risorse proprie o di terzi alla parte mancante. Ciò è fondamentale per riuscire a realizzare il progetto tenendo conto che in molti contratti di sovvenzione sono previste delle anticipazioni, ma queste spesso sono limitate e non possono coprire gli stati avanzamento della spesa. Sarà dunque importante predefinire e predisporre le risorse finanziarie in funzione del cronoprogramma di spesa utili all’implementazione progettuale. In alcuni progetti spesso subentrano delle criticità proprio per la mancanza di risorse finanziarie sufficienti a proseguire le attività progettuali in quanto i contributi sono temporalmente successivi alla rendicontazione intermedia o finale. Molti enti sovventori, nella fase di valutazione progettuale, effettuano un’analisi delle capacità di spesa da parte dei soggetti proponenti e verificano la solidità economico-patrimoniale prima di perfezionare l’approvazione della domanda.

Va detto che nella pianificazione finanziaria delle risorse necessarie all’implementazione progettuale si tiene spesso in considerazione che alcune delle spese, come ad esempio i costi del personale che sono normalmente le più cospicue, sono già normalmente previste tra i pagamenti periodici del soggetto beneficiario. Allo stesso modo anche i cosiddetti costi indiretti – overhead – che non rappresentano degli esborsi obbligatori.

Su questa linea, un supporto a favore dei soggetti beneficiari deriva dalla diffusione dei costi standard come metodo di rendicontazione. Nei casi di rendicontazione a costi standard, infatti, non è necessario dimostrare l’avvenuta spesa, bensì ciò che fa scattare il diritto al contributo è l’aver effettuato una determinata attività (costi unitari standard), o l’aver lavorato per un determinato numero di giornate o mesi uomo (costi a forfait).

Tale tipo di facilitazioni si manifestano con maggior rilevanza nei casi dei progetti a lump sum dove il contributo è direttamente connesso alle attività previste e dunque svolte e non più alle spese sostenute.

In ogni caso sarà sempre importante pianificare gli esborsi finanziari di progetto per procurare per tempo le risorse necessarie.

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